LA CHIESA
La chiesa di Santa Maria Maddalena nasce chiesa d’ospedale, con questo non si intende una struttura ospedaliera dove si curano i malati, come nella nostra concezione moderna ma come un loco destinato ad ospitare viandanti, pellegrini e poveri a cui dare un tetto e un po’ di ristoro. Al loro interno le figure religiose e il personale addetto erano estremamente limitati.
La data della sua fondazione non è conosciuta a causa della mancanza di documentazioni ma si crede non sia più antica del XIV secolo o degli ultimi decenni del XIII. La più antica testimonianza della sua esistenza risale al 1326.
La chiesa di Santa Maria Maddalena ha una lunga storia di concessioni: da patronato di Roma nel XIX secolo a proprietà comunale, fino al 1839. In questo anno il pontefice Gregorio XVI nell’udienza del 23 marzo concesse la chiesa all’Università dei Cartai di Fabriano su richiesta della Corporazione dell’arte e dei cartai. La chiesa di S. Maria Maddalena fu, ed è tutt’ora, la sede della Pia Università dei Cartai.
LA SIMBOLOGIA DELLE CROCI
Il collegamento che lega la chiesa di Santa Maria Maddalena alla doppia croce affonda le sue origini in Francia. Un nobile francese Guido Montpellier fondò nel XII secolo l’ordine dei frati di Santo Spirito, con l’obiettivo di aiutare e curare gli infermi e i vagabondi, il loro simbolo era appunto la doppia croce.
Questo ordine si diffuse nel resto dell’Europa, insinuandosi anche nella città di Fabriano, nella chiesa di Santo Spirito.
Ai frati probabilmente spettava la nomina di almeno uno di loro a gestione delle altre chiese e istituti. È per questo che possiamo trovare la simbologia dell’ordine anche nella chiesa di S. Maria Maddalena.
I frati tra l’altro indossavano una tunica nera con la doppia croce di colore rosso sul petto. A noi sono giunti tre di questi residui storici visibili anche al giorno d’oggi sulla chiesa stessa: “una doppia croce di mattone giallastro nel muro esterno laterale verso la cartiera ([…]il più antico); la stessa croce di metallo sull’alto del […]campanile; lo stemma secentesco, forse di un laico cavaliere, con la doppia croce chiusa entro uno scudo araldico sormontato dalla corona marchionale ed ai lati le iniziali le iniziali finora non decifrate, ma che non sembrano fabrianesi, G. B., nel lato opposto, lungo il viale Giuseppe Miliani.”
IL QUADRO
Varcando la soglia della chiesa di Santa Maria Maddalena si può ammirare una maestosa tela posizionata sulla parete retrostante all’altare.
Diversi studiosi sono concordi su di una datazione prossima al 1615, anno in cui l’Università dei Cartai fu aggregata all’arciconfraternita romana di Santo Spirito in Sassia
Dipinto dal pisano Orazio Lomi detto Gentileschi, rappresenta Santa Maria Maddalena in ginocchio sulla pietra, nella mano tiene un crocifisso e lo osserva con uno sguardo colmo d’amore e passione. Un vero e proprio capolavoro di luci e ombre e di linee sicure e coinvolgenti.
La Maddalena di Gentileschi abbandona “le sensualità manieristiche” per affidarsi a “un linguaggio pacato” con cui l’artista “rende visibile l’atto della redenzione e del pentimento”: un’opera intima, intrisa d’emozione, che declina con la tipica raffinatezza di Gentileschi (derivatagli dalla sua formazione toscana) il naturalismo romano-caravaggesco.
IL MIRACOLO
Non si conoscono di preciso le motivazioni del rapporto fra i cartai e il culto di S. Maria Maddalena. La tradizione ricorda come punto di partenza un miracolo (1599): un operaio fu investito da una pesante pressa, tutti credevano fosse morto, ma l’intercessione della Santa, in seguito ad un’invocazione del malcapitato, lo salvò e l’operaio rimase incolume.
A Fabriano il culto della santa era già ben radicato ma la conoscenza di questo miracolo fu talmente sentita dai cittadini e dai fedeli da indirla Santa protettrice dei cartai.
Dalla metà del ‘400 venne dichiarato con un editto il 22 luglio come giornata di festa cittadina in cui si celebra la sua adorazione, l’aderenza al culto della santa era talmente importante da imporre una sanzione pecuniaria per tutti coloro che erano sorpresi a lavorare in questo giorno sacro.
La festa si svolge nel piazzale dell’omonima chiesa di Fabriano. La celebrazione viene anticipata da un triduo: un ciclo di preghiera della durata di tre giorni per rendere grazie, in preparazione dei festeggiamenti.